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L'Organo del Duomo di Montagnana
di Angelo Corradin
Le prime notizie di un organo nel Duomo di Montagnana risalgono al 1566. In quell'anno Francesco
Falaguasta, nunzio della Comunità, si reca a Venezia per far spedire a Montagnana due casse piene di canne
per l'organo maggiore costruito da tale Agostin di Venezia. Nella lettera di accompagnamento è detto che lo
stesso "ha terminato" i fogliami per i capitelli che devono ornare la parte esterna dell'organo. Le canne
arrivarono via acqua e furono scaricate al porto del Frassine.
Il Duomo, però, aveva anche un altro organo minore, portatile, da usarsi nelle feste ordinarie ed era
opera di Giovanni Berthè, di Treviso, che lavorava a Verona. Era collocato presso l'altare di S. Caterina.
Doveva essere a voce umana, con quattro registri, quattro bassi di larice, le canne di stagno buono per la
facciata e sul davanti, le altre di piombo in numero di 45.
Nel 1695 troviamo un organetto nella cappella di S. Stefano.
Nel 1673 l'organo grande che stava presso l'altare della Madonna del Rosario viene trasportato sopra la
porta grande a cura di G. B. Monatti da Desenzano su disegno di Marco Uliani di Este. Pare che le porte del
vecchio organo fossero state dipinte da Giovanni Buonconsiglio e raffigurassero l'arcangelo Gabriele, la SS.
Annunziata, S. Fidenzio e S. Prosdocimo.
A seguito di controlli sullo stato dell'organo, la Comunità decide per l'acquisto di uno nuovo e lo
commissiona a Gaetano Callido, operante a Venezia: era l'anno 1777. Ma tale organo non ebbe lunga durata:
fu riparato e trasportato nella chiesa di S. Francesco.
Il Duomo ebbe un nuovo organo nel 1837 acquistato presso la ditta Giuseppe Cipriani di Stanghella. Durò fino
al 1936, anno in cui l'organo, la cantoria, la cassa armonica e la bussola della porta maggiore vengono
demoliti.
Il nuovo organo è della pontificia fabbrica Domenico Malvestito di Padova, viene collocato dietro l'altar
maggiore e fu inaugurato con il tenore concittadino Giovanni Martinelli. E' a due manuali di 61 note,
con pedaliera di 32 note, costruite con sistema pneumatico tubolare perfezionato e con elettro-ventilazione.
Si compone di 39 registri complessivi di cui 32 reali sonori, e di 2400 canne reali, su 40 file.
La mensola di modello indipendente è posta in coro, nei pressi dello strumento, pur là disposto
invisibile dalla chiesa. Misure e scomparti di tastiere e pedaliera a raggiera sono conformi alle ultime
regole dettate dai congressi di musica sacra. L'organo e costruito a semieri doppiati e con "relais" di
ripetizione, per ottenere minor ingombro di spazio. Ogni somiero è comodamente ispezionabile, e ogni
canna è a facile portata di mano. Il progetto di facciata sulla base di 16 piedi, veramente imponente,
è ad ordini di canne sovrapposti. La parte esterna e decorativa, di stile severo e semplice, forma un
complesso omogeneo e intonato all'austerità dell'ambiente. L'alimentazione è data da cinque diverse
pressioni di vento, per la pneumatica, per il primo manuale, per il secondo manuale, per la masseria e
per i registri a forte pressione e ad ancia.
La ventilazione è assicurata da una capace elettroventilazione della forza di tre cavalli.
Il giro di un interruttore e il movimento di pochi pistoncini e placchette danno agio al suonatore
di comandare con semplicità assoluta uno strumento di così gran mole, e a trarre da esso un complesso
di suoni che dalle più lievi sfumature arrivano per gradi ad una sonorità piena di grandissimo effetto.
Foto Fulvio Mantoan |