Antonio de Sgobbis da Montagnana

di Antonio Gambarin

Il Theatro Farmaceutico di Antonio de Sgobbis Antonio De Sgobbis nacque a Montagnana il 2 agosto 1603 (egli ribadisce la Patria d'origine sul frontespizio dell'opera maggiore). Arrischiamo l'ipotesi che il primo apprendistato lo fece, qui nella sua terra, presso l'unica spezieria del territorio, di quel tale Pietro Rossi, altrove ricordato che subì la chiusura temporanea della bottega per il sospetto di peste (dicembre 1630).

Comunque, in data 23 novembre 1631 (proprio nello stesso mese ella dichiarazione ufficiale della fine della peste, che fece registrare 46490 morti, oltre un quarto della popolazione totale) lo troviamo "approvato speziale" a Venezia ed ivi nel 1639 diventa Priore dell'Arte e proprietario della spezieria all'insegna dello struzzo. Fu anche coadiutore nell'officina farmaceutica pontificale di Urbano VIII (1623-1644) ed aggregato nel nobile collegio degli Speziali di Roma.

L'opera che lo rese famoso, non solo in Italia, fu L'Universale Teatro Farmaceutico, pubblicata una prima volta nel 1667 e nella nuova edizione del 1628 (Baglioni, Venezia); si differenziò fra tutte le opere dell'epoca per la vastità, il rigore e l'approfondimento dei temi; consta di un volume, di gusto classicamente barocco, porta la scritta "Nuovo et Universale - Theatro Farmaceutico - d'Antonio De Sgobbis - da Montagnana - Farmacopeio - all'insegna dello Struzzo - in Venezia".

L'opera può definirsi una summa, o raccolta antologica - sistematica di tutte le preparazioni farmaceutiche usate nell'epoca. Ovviamente il trattato è specialistico. La sua singolare importanza sembra quella di non dar più maggior peso alla tradizione galeno-araba (per cui tutto ciò che appartiene al regno animale, vegetale e minerale gode di pari diritto per servire il malato), ma va riferita alla nuova ispirazione dell'arte spagirica di Paracelso. Ciò non per tanto l'Autore, nel contesto del suo ambiente storico, non potrà ancora disancorarsi o ripudiare la Lettura dei Semplici.

L'opera, soprattutto all'estero, fu favorevolmente accolta ed apprezzata, forse, anche per la sua matrice di provenienza. Da secoli Venezia, con i canali di penetrazione con l'oriente, l'occidente e quasi tutta l'Europa, godeva pure di un particolare interscambio dei "secreti" (specialità) sempre richiesti e spediti da diverse spezierie più famose, che arrivarono ad essere quasi ottanta.

Il più classico di questi preparati fu senz'altro le Teriaca d'Andromaco, o Teriaca veneziana o Teriaca per antonomasia. Il nostro già celebre Antonio De Sgobbis, oltre al solito scrupolo, la illustrava con enfasi come autentica specialità della casa. Originario dal medio oriente, tale elettuario composto di ben sessantuno sostanze e la cui preparazione durava non meno di un mese, più ormai che contro i veleni, come conferma l'Autore, era da considerarsi un prodotto a destinazione universale per curare quasi tutti e quasi tutto.

Questo enorme successo della Teriaca veneziana che va in Francia, in Europa, in Perù e in Medio Oriente (che pur ne era stato produttore) appare ai nostri giorni tanto strepitoso quanto incomprensibile. Suggestione, fascino, irripetibile ancora vivo della presenza e sapienza di Venezia? Ma dobbiamo concludere questo pur incompleto discorso mirato ad illustrare per la prima volta un nostro studioso ed operatore economico nella Venezia del Seicento. E ricordare che Antonio de Sgobbis, nella sua opera maggiore, non dimentica di citare Montagnana come città che gli diede i natali.