Monsignor Pietro Lotto

di Angelo Corradin
Monsignor Pietro Lotto

Mons. Pietro Lotto è nato a Salboro (comune di Padova) il 15 dicembre 1929 da Eliseo e Pierina Varotto.
Frequentate le scuole elementari e, quindi, il ginnasio, il liceo, la teologia nei Seminari diocesani, è ordinato sacerdote dal Vescovo Girolamo Bortignon il 6 luglio 1952.

Ricopre in diocesi vari incarichi nell'Azione Cattolica quale assistente dei giovani, poi rettore del Collegio vescovile di Este, quindi insegnante e delegato per attività varie al Collegio "Barbarico" in Padova, finchè il 25 agosto del '76 è nominato Arciprete di Montagnana.

Fa il suo ingresso in parrocchia il 19 settembre, preceduto da una lettera in cui, tra l'altro, scrive: " … La fiducia nella Provvidenza… e la sensazione sempre più chiara di entrare a far parte di una Comunità… viva e ricca di solide tradizioni cristiane, mi hanno indotto alla grande decisione.

Ora voi siete parte vitale della mia esistenza… voi sarete l'oggetto sempre più caro di gran parte del mio tempo, della mia preghiera, dei miei pensieri, della mia capacità di amare…". Trova il Duomo chiuso per i gravi danni apportati dal terremoto del Maggio del Settembre di quello steso anno e le cerimonie di immissione in possesso avvengono nella Chiesa di San Francesco.

Poi comincia la sua fervida, appassionata attività pastorale: parte con la relazione tecnica dulle condizioni del Duomo lesionato ed affronta una spesa che si aggirerà sui cento milioni in gran parte coperti con le offerte dei fedeli e, contemporaneamente, con l'incontro delle famiglie: avvicina tutti, parla con tutti, si immedesima nella realtà della parrocchia, dei suoi componenti nelle più svariate situazioni, spesso di disagio, di sofferenza, di incertezza ed ha per tutti parole di sostegno, di conforto, di incoraggiamento.

Monsignor LottoIn Duomo provvede alla illuminazione come nessun altro, prima era riuscito; poi sistema il presbiterio con pedana, nuove poltrone, leggii, il tabernacolo; riempie di banchi la navata; promuove grandiosi presepi e la novena dell'Assunta per gruppi di contrade alla Chiesetta della Madonna di Fuori; per la sagra annuale organizza le famose aste prima, la pesca di beneficenza poi e lo stand del prosciutto; propone serie di incontri in preparazione al Natale ed a Pasqua; rinnova il foglio dominicale intessendo quasi un dialogo coi lettori; organizza e guida pellegrinaggi a Lourdes, a Fatima, in Terra Santa, a santuari mariani; sviluppa con una serie di lavori il Villaggio della Gioventù con i relativi campi di gioco; rimette in sesto, secondi recenti disposizioni in tema di sicurezza, il cinema-teatro "Bellini"; altre cose minori, ma non di minore importanza, vengono qui tralasciate, ma non bisogna omettere il fatto che dopo tanti anni è ancora al Duomo che l'Arciprete deve dedicare le sue attenzioni e cure: al tetto e all'organo…

E sempre tutto in semplicità, quasi in silenzi, con discrezione, senza pubblicità, e molta, molta umanità soprattutto nei contatti con le famiglie, nelle visite frequentissime all'Ospedale ed alla Casa di Riposo, con malati a domicilio, con gli handicappati, i soli, i poveri, i bisognosi…

Concludendo riandiamo al passo della sua prima lettera sopra richiamata, là dove dice: "… Voi sarete sempre più caro di gran parte del mio tempo, della mia preghiera, dei miei pensieri, della mia capacità di amare …" e ci domandiamo: ma in tutti questi anni, quanto tempo ci ha dedicato ? … Mai un giorno di ferie, un giorno di riposo, sempre pronto giorno e notte, sempre attivo; qanto ha pregato per noi?… Talvolta due-tre Messe al giorno, a seconda delle circostanze; quanto ha pensato a noi? … Difficile anche solo intuirlo se è vero - come è vero - che tacitamente è penetrato in una miriade di situazioni talora penose, talaltra intricate, per portare tranquillità, pace, sollievo … ; quanto è stato, ed è, capace di amare? … Crediamo che non abbia nemici, che tutti indistintamente gli dobbiamo un "Grazie!"