Delfini e Grifoni

Per completezza, occorre segnalare che anche la cornice che circonda la cappella presenta, accanto a elementi chiaramente decorativi, alcune figure simboliche. Alla base, troviamo una coppia di delfini: questo mammifero acquatico è stato da sempre ritenuto amico dell'uomo, dotato di non comune intelligenza, tanto che si diceva salvasse i naufraghi trasportandoli a riva sul suo dorso. Non a caso, le anime dei defunti, secondo una tradizione antica, ripresa dal Cristianesimo, erano portate al sicuro da questi animali. Ovvio quindi il riferimento al Cristo salvatore, tanto che il delfino veniva raffigurato mentre sosteneva una nave sulla schiena.

Dalla parte opposta, un nuovo simbolo, quello del Grifone, mitico animale che reca elementi del rapace e del leone: è anche questo , per quanto sembri strano ad un moderno, uno dei molti animali legati alla rappresentazione della figura di Cristo. Esso appartiene al Cielo in quanto aquila, ed alla terra in quanto leone, simbolo quindi della duplice natura di Cristo, divina e umana, che si incontrano appunto nel momento dell'Incarnazione.


Il Casto Liocorno

A metà altezza circa, compare un'altra figura spesso utilizzata anche dall'araldica: quella dell'unicorno o liocorno. La presenza di questo animale fantastico, ma della cui esistenza erano persuasi già gli antichi, si spiega con il mistero del concepimento verginale di Cristo; infatti, secondo una leggenda, l'unicorno era un animale così selvaggio che poteva essere catturato solo con l'ausilio di una vergine (vera, altrimenti si infuriava), e pertanto divenne simbolo di purezza, castità.

Il corno, poi, ne faceva un simbolo di potenza, per i poteri straordinari che gli venivano attribuiti; questo, poggiato sul grembo della Vergine in genere portava scritto l'annuncio del miracoloso evento. Honorio d'Autun scriveva: " Per mezzo di questo animale è rappresentato Cristo e per mezzo del suo unico corno, la sua forza insuperabile". La Vergine e l'unicorno divenne allegoria dell'incarnazione di Cristo "per noi un corno di salvezza" (Luca, 1, 69). Da aggiungere che i due liocorni affrontati illustrano l'ambivalenza del simbolo: da un lato la preoccupazione della verginità, dall'altro la ricerca della fecondità. Il dilemma vissuto dalla Vergine Maria.


Le Orse

Le Orse

L'identificazione di questi due pelosi animali pare sicura, anche se, a vederle, ricordano più dei barboncini, soprattutto una delle due, ma la posizione del Dragone ci garantisce che si tratta proprio delle Orse. Nel Planisfero Bianchini conservato al Louvre, Drago ed Orse sono raffigurate come a Montagnana.

L'orsa, nella simbologia cristiana, è animale pericoloso, simbolo di peccato o strumento di castigo, ma si può trovare anche come simbolo di nascita verginale, perché si supponeva che desse alla luce il suo piccolo solo leccandolo.

Nella Grecia antica l'orsa era protettrice della verginità e insieme della fecondità, come se non dovesse nulla al maschio, ed in questo senso è prefigurazione della generazione di Cristo. Qui però parliamo soprattutto delle costellazioni dell'Orsa, la Maggiore, tra le più facili da trovare, tant'è che persino i più alieni dall'astronomia la sanno riconoscere nel cielo stellato, assieme alla sorella minore, che incorpora la preziosa Stella Polare.

Parecchi miti alludono al fatto che l'attuale stella polare non è quella originaria, ma sarebbe stata rimossa dalla sua sede. Si allude evidentemente al fenomeno della precessione degli equinozi, osservato fin dall'antichità. Il fatto che la stella polare sia cambiata nel corso dei secoli ha sempre ispirato una notevole inquietudine, quasi che venissero compromesse le basi stesse dell'Universo. Nella tradizione cristiana, il distacco dell'asse dell'equatore da quello dell'eclittica, ossia l'orbita apparente descritta dal Sole durante l'anno, lungo le costellazioni dello Zodiaco, si collega alla Caduta di Lucifero. Milton, il grande poeta del Paradiso Perduto scriveva:

Dicono alcuni che ai suoi angeli ordinasse d'inclinare
di venti gradi e più i poli della terra
rispetto all'asse dei Sole; essi a fatica spinsero
in obliquo il globo che nel centro sta; dicono altri
che al Sole fu ingiunto di volgere le redini lungi dalla via dell'equinozio
... altrimenti primavera perpetua
avrebbe riso con i suoi fiori sulla terra
con giorni e notti d'eguale lunghezza, salvo per coloro
siti di là dai circoli polari: per questi il giorno
avrebbe brillato senza notte mentre il Sole basso,
per compensare la distanza, avrebbe continuato
in piena vista a far dell'orizzonte il giro, ignaro
dell'est come dell'ovest; e scomparsa sarebbe la neve
dalla fredda Estotilandia e altrettanto a sud, fin sotto
a Magellano. Al gustar di quel frutto
il Sole, come dal tiesteo convito, il corso per lui inteso
deviò: come altrimenti il mondo abitato
avrebbe, pur senza colpa, più che oggi,
il gelo evitato e il torrido calore?

Le Orse hanno sempre ispirato miti apocalittici: i russi credevano che nell'Orsa Minore fosse imprigionato un cane che cercava di spezzare a morsi la catena che lo legava, e quando ci fosse riuscito sarebbe stata la fine dell'universo. I Kirghisi vedono ancora in quelle sette stelle i sette guardiani che impediscono al Lupo cosmico di divorare i cavalli dell'Orsa Maggiore, provocando anche in questo caso la fine del mondo, mentre presso altri popoli sono proprio le sette stelle i lupi dell'Apocalisse.

Secondo Proclo, in questa costellazione vi era una stella che rosicchiava la corda che tiene uniti terra e cielo. Una tradizione leggendaria ebraica, non raccolta dalla Bibbia, afferma che il diluvio fu causato dall'incontro delle acque maschili del cielo con le acque femminili che sgorgano dalla terra. I buchi del cielo, da cui sfuggivano le acque di sopra, li fece Dio togliendo alcune stelle dalla costellazione delle Pleiadi ; e per fermare quella fiumana di pioggia dovette poi turare i buchi con un paio di stelle prese in prestito dalla costellazione dell'Orsa Maggiore. E' per questo che ancor oggi l'Orsa corre dietro le Pleiadi: vuole indietro i suoi piccoli ma non riuscirà mai ad averli fino all'Ultimo Giorno.

L'ipotesi dell'Apocalisse sembrerebbe trovare ulteriore conferma, tuttavia, come osserva il Cattabiani, nel suo bel Planetario, non si tratta di una fine del mondo, ma piuttosto della sostituzione di un nuovo cielo e di una nuova terra con una nuova stella polare. Quindi un mondo che precipita, ma per aprire la strada ad un mondo nuovo. Fra i temi trattati da Marzio, come al solito senza sistematicità e affidandosi ad un personalissimo procedimento di associazione d'idee, vi è anche quello, attualissimo, dei mutamenti climatici ed in genere dei mutamenti epocali del mondo. Da uomo del suo tempo, li imputava allo spostamento della sfera dello Zodiaco.

Il diluvio universale, ad esempio, è un fatto spiegabile con tale spostamento: l'ottava sfera celeste, infatti, con il suo movimento di un grado ogni sessant'anni, muove una massa d'acqua provocando l'innalzamento del livello dei mari, compensato da un abbassamento in altri punti: l'esperienza infatti dimostra che dove un tempo c'era la terra, ora si trovano zone marine e viceversa. Guai in arrivo - preannunciava Marzio - per noi quando sarà il Capricorno ad occupare la casella dove ora si trova il Cancro: le zone temperate diverranno progressivamente torride, mentre se ne potranno avvantaggiare le zone attualmente disabitate a causa del calore.

Il Drago

Nell'Apocalisse l'abbiamo visto perseguitare la Donna vestita di Sole cercando di divorarne il Figlio, ed in effetti il Drago del nostro mondo rappresenta spesso le forze oscure, infernali, diversamente da quello che accade nel mondo cinese.

Quanto al Dragone - costellazione, che le divide, si diceva che fosse lui a provocare le eclissi, che infatti avvengono quando sole e luna si trovano vicino alla testa o alla coda del mostro, tant'è vero che i miti popolari vedono spesso il dragone intento a divorare la Luna: si racconta che durante una guerra fra turchi e russi, vi fu un'eclissi, e i soldati della mezzaluna cominciarono a cannoneggiare furiosamente il Drago che voleva divorare il sole.

E se l'eclissi solare, che compare nel nostro ciclo, è in genere vista come profezia di catastrofi, va detto però che il riapparire dell'astro dopo l'eclissi era usualmente concepito come l'inizio di una nuova era.


La Vergine

La Vergine

Nella Grecia classica, la vergine era Dike, la Giustizia. Con il soprannome di Astrea, viveva tra gli uomini, ma volò via per la loro malvagità, come racconta Ovidio (Metam. I, 149 - 150) Ultima caelestum terras Astrea reliquit.

In questo caso, la cristianizzazione del mito non fu difficile, in quanto il segno zodiacale della Vergine si incastona tra due feste mariane: la Natività della Beata Vergine (8 settembre) e il Santissimo Nome (12 settembre). Nella simbologia cristiana, la Vergine eredita anche la spiga di Demetra (ed una stella della costellazione si chiama appunto "Spica"). Nelle mitologie e nelle religioni il simbolo della Vergine è sempre collegato alla nascita di un dio o un semidio.

Insomma, la simbologia riportata fino a qui sembra alludere in maniera abbastanza inquietante a fenomeni - anche catastrofici - occorsi nel passato, e che prelusero al passaggio a nuove ere, con un mondo totalmente rinnovato. E' possibile che la fine del mondo a cui voleva alludere l'ignoto ispiratore del ciclo fosse quella del mondo pagano, dell'errore, dell'incredulità, per aprirsi ad un mondo nuovo, quello, appunto a cui diede inizio l'incarnazione di Cristo, annunciata dall'Angelo.


Il Leone

Il Leone

Questo nobile animale fu ascritto fra gli astri a ricordo del Leone Nemeo ucciso da Ercole, ma è probabile che la sua simbologia risalga a tempi lontanissimi, anche perché effettivamente la forma della costellazione può richiamare quelle di un Leone accovacciato. Tornando ad Ercole, quella del leone fu la prima delle dodici fatiche che gli permisero di diventare immortale, e Giove vuole porlo fra le costellazioni per perpetuare l'impresa dell'eroe.

Il Leone, nell'interpretazione cristiana, è talora simbolo di Resurrezione, ma in genere allude ad uno degli aspetti del Messia: la sua regalità, ed in effetti, una delle stelle di questa costellazione presenta un carattere, per così dire, "regale " ed è Regulus, detta anticamente Lugal parola connessa al regnare.

La famosa Stella di David che ancora campeggia ella bandiera di Israele, sembra richiamarsi proprio al valore regale della costellazione. Chi crede negli oroscopi, suole considerare il Leone segno di energia indomita, generoso, idealista.

Tra parentesi, le mura meridionali di Montagnana e l'ingresso alla Rocca degli Alberi furono orientate proprio verso il punto dove tramonta il sole quando passa dal segno del Cancro a quello del Leone. La pelle del leone è un attributo solare, ma in genere tutti gli aspetti del Leone ne fanno figura tipicamente "solare". Se ogni pianeta ha un suo domicilio, in uno o più segni, il Leone - neanche da dire - lo ha nel Sole.

Sotto il segno del Leone si entra nella canicola, nome derivato dalla costellazione del Cane Maggiore, fedele compagno di caccia dell'eroe Orione, che contiene la stella più brillante del firmamento, Sirio. Il romano Manilio, di cui, come si è detto, il Marzio aveva emendato il codice, così descriveva gli effetti della costellazione intera:

Gli sta alle calcagna [di Orione] il Cane disteso in corsa sfrenata
di cui nessun astro giunge più violento alla terra
né più gravoso si ritira. Ora sorge tra brividi di freddo,
ora abbandona vuota alla vampa solare la volta abbagliante del cielo:
così spinge il mondo in due sensi ed opposti produce effetti.
Quanti l'osservano sorgere,
allorché si ripresenta al primo levarsi,
sopra le alte vette della montagna del Tauro,
vaticinano gli esiti delle messi e l'evolversi delle stagioni,
quale benessere giunga, quanto grande concordia sociale.
Guerre suscita e pace e riconduce e in modi variati tornando,
secondo lo sguardo, così sollecita il mondo
e lo governa col suo atteggiamento.

Luna e Sole

Entrando nel segno del Cancro, segno che rappresenta la "casa" della Luna, il Sole raggiunge la sua più alta declinazione positiva sull'orizzonte: "è un Sole trionfante che incontra la Luna nella sua casa" (Cattabiani). La Luna ispirò i primi cristiani e poi i teologi medioevali: l'antica dea Selene divenne simbolo della Chiesa ma soprattutto della Madonna.

Si insegnava che l'incarnazione di Cristo vedeva il Sole di natale che si univa alla Luna di natale, e da questa unione soprannaturale veniva generata ogni ulteriore vita divina, ma la congiunzione continuava nella nascita battesimale. Le mistiche Nozze fra Cristo - Sole e Maria - Luna erano cantate dalle processioni dei flagellanti francesi nel '300, ed Anastasio sinaita (VII secolo) la definiva "sposa e compagna di viaggio dell'Elio Cristo, che come tuo sposo lunare ti riveste della sua luce", e ancora Sant'Ambrogio: "Sei davvero benedetta tu, o Luna, che sei stata considerata degna di tanto onore. Perché la Luna ci ha manifestato il mistero di Cristo".

La Luna riflette la luce del Sole, che è Cristo, per così dire "media" la luce del sole, che sarebbe troppo intensa. Secondo l'alchimia la luna è l'acquosità del fuoco, e per il grande Paracelso il Sole era nascosto come un fuoco nell'acqua di Lei, e ancora "... se cerchi il freddo della Luna, trovi il caldo del Sole". Infine, il dottissimo S. Alberto Magno dichiarava che l'oro è argento al suo interno, l'argento oro: si ha quindi la congiunzione degli opposti (Vergine - Madre, fuoco - acqua).

Maria dunque era la Luna che partoriva il Sole Nuovo di Natale, come è oscuramente detto nell'Apocalisse, parlando di una donna vestita di Sole con la Luna sotto i piedi. Cristo era "Elio (= Sole) di Giustizia", Dies Solis era la domenica, e Zaccaria, citato da Luca, profetizzava "verrà a visitarci un sole dall'alto". La vita di Cristo è un unico mistero solare, ed i dodici segni che l'astro attraversa nella sua orbita annuale sono i 12 apostoli che ne diffondono la buona novella.

Nella cattedrale di San Feliciano a Foligno, compaiono i 12 segni zodiacali, e Cristo in asse con il Sole, la Madonna con la Luna, gli Apostoli con le stelle. Il XV secolo, poi, ebbe un culto tutto particolare, quasi paganeggiante, per il Sole, diffuso nei circoli umanistici : Gemisto Pletone rivolgeva ogni giorno una preghiera al Sole. Notevole il grande Sole nella facciata di Santa Maria Novella, a Firenze; nel Tempio malatestiano a Rimini appare un interessante ciclo astronomico completato nel 1450 dallo scultore fiorentino Agostino di Duccio: sulla chiave di volta dell'arco di entrata vediamo il Sole su di un carro trionfale con il suo segno, il Leone.


Pegaso e la Nave

Pegaso

Nel '400 vengono raffigurate anche le costellazioni extra - zodiacali, i cosiddetti paranatellonta (Pegaso, Argo e altre costellazioni boreali). La Nave è spesso simbolo della Chiesa, che naviga con sicurezza attraverso i flutti dei pericoli terreni, mentre la simbologia di Pegaso richiama la creatività poetica, in quanto il celebre animale è legato al culto delle Muse.
Tra i grandi cicli zodiacali in Italia, ricordiamo Mantova, che presenta i paranatellonta, a Palazzo Te, Firenze alla Sagrestia vecchia di San Lorenzo, Padova, al Palazzo della Ragione, al Castello di Roccabianca, ai Palazzi vaticani.


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